One seada, two seadas, one tenore, two tenores

Seadas. By Japs 88 (Own work) [CC BY-SA 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], via Wikimedia Commons

By Japs 88 (Own work) [CC BY-SA 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], via Wikimedia Commons

Non sono linguista, e neppure antropologo (ho solo dato qualche esame e fatto alcune letture in queste magnifiche discipline) perciò mi scuserete se mi lancio in qualche ipotesi e ragionamento da non esperto.

D’altronde in questi giorni, con largo impiego di una irrinunciabile leggerezza e voglia di scherzare (credo utile, non solo per la calura estiva, a rendere più efficace la critica), alcuni di noi si sono imbattuti, e misurati, con un uso sbagliato e molto ridicolo del plurale e in particolare della ‘s’.

Ha aperto le danze Michela Murgia su Facebook con la questione del ‘tenores di Bitti’:

<Passi quello che dice “la seadas”.
Passi anche quello che dice “la frègola”.
Ma quello che dice “i tenores” deve soffrire molto, specialmente se in quel tenore ci canta.>.

Per chi ancora non lo sapesse, il ‘canto a tenore’ è un modo sardo, di forte tradizione barbaricina: il termine tenore non indica un singolo cantante, ma una modalità di canto polifonico. Quindi, dire tenores è un errore. Ancora più significativo, e serio, se fatto da sardi o addirittura da esecutori.

Il fatto è confermato da esempi affini, sollevati nel conversare: dall’abitudine di dire ‘mi dia una seadas’ oppure ‘vuole una seadas?’ (la seada è un piacevole ‘raviolone’ tondo con formaggio fresco, da ricoprire di miele) invece che una seada, oppure ‘che bella quella maschera di mamuthones’ , invece che ‘di mamuthone’. Qualcuno, anche se è un’evidenza più rara, parla di un nuraghes o di una janas (devo ammettere che la presenza di paesi singoli come Las Plassas, Selegas, Florinas etc. può aver contribuito a qualche confusione).
Una prima sintesi possibile per capire il senso di tale errore è questa:
– gli italiani non conoscono il sardo e la sua grammatica (per la verità conoscono male pure la loro) e usano il plurale per una parola al singolare.
– Parecchi sardi, e questo è un dato più serio, acquisiscono l’errore e ti propongono di gustare una seadas o di acquistare una maschera di mamuthones.

Ieri la pessima notizia della distruzione, in Inghilterra, di un murale di Banksy, celebrato esponente mondiale della ‘Street Art’, rispetto a questo problema linguistico ha forse permesso, ampliando la casistica, di migliorare la sintesi precedente (che non per questo è sbagliata, ma solo parziale).
Il TG3, la Repubblica e il Corriere della Sera, ovvero le maggiori testate dell’informazione televisiva pubblica e della stampa privata, hanno dato la notizia dicendo e scrivendo ‘il murales di Banksy’.
Ciò permette di migliorare la sintesi e fare alcune osservazioni.

1. Il problema è soprattutto italiano
2. Di fronte a una scansione singolare/plurale non prevista nella propria lingua (con grande evidenza impiegando termini di una lingua come quella sarda o di ambito ispanico), gli italiani vanno per il sicuro: usiamo il plurale che ce n’è di più (e alla peggio contiene comunque il singolare).
3. Penso anche che molti si sentano più esotici (e insomma, un po’ colonialisti) impiegando il plurale: vuoi mettere il suono, il sapore?
4. Ne consegue che i sardi che usano questa maniera sgangherata si sono un po’ autocolonizzati.

Ma siccome dobbiamo, come detto in premessa, divertirci con la giusta dose di leggerezza e corrosività, mi sembrerebbe carino passare al contrattacco (sempre con gentilezza, pur ferma).
Propongo per rompere il ghiaccio (ices) qualche modesto esempio, sicuramente migliorabile e incrementabile, di risposte possibili: costruiamo dal basso un manualetto pronto per diverse situazioni.

A. Se in ristorante, trattoria o pizzeria ci chiedono ‘Gradite una seadas’ ecco una prima serie di risposte possibili

1. No, grazie. Mi porti i conti
2. Si, ma senza zuccheri, solo con i mieli
3. Quante padelle usa?

B. Se qualcuno vi invita a una serata musicale dicendoti “ Ciao, vieni a sentire il canto a tenores di Fonni” propongo per rompere il ghiaccio

1. Sono otto o dodici?
2. Sono tre come Carreras, Domingo e Pavarotti?
3. Quello degli Uneschi?

E via dicendo….

La battaglia può iniziare,con gradevolezza.

Non sempre si può partire, almeno non subito, con un’inzumbada a conca’ (una testata sulla testa; ma se preferite va bene anche inzumbadas).