L’energia negativa della Sardegna, l’energia positiva e civile della sua rivolta *

Statuetta medio-neolitica da Decimoputzu (da G. Lilliu, Arte e religione della Sardegna prenuragica, Sassari 1999, fig. 15).

(Anche in questa battaglia era motore straordinario di passione e competenza Vincenzo Migaleddu, che ci ha appena lasciato, consegnandoci un dolore e un patrimonio di saperi inenarrabile. Ho inviato questo pezzo al ‘manifesto’ venerdì scorso, prima della tua partenza. Chircamus de binchere, lu devimus a tie puru).

Il territorio è un’entità impersonale, buona per misurazioni e cubature, e i luoghi, che esprimono le comunità, provano a dargli un senso diverso: tra questi due poli spesso è conflitto. E’ forte e deciso il no che arriva dalla Sardegna contro l’esproprio legalizzato di terre e prospettive sostenibili grazie alle megacentrali termodinamiche, che si apprestano a calare su Gonnosfanadiga e Guspini, Decimoputzu e Villasor. Un no molto aspro       Continua a leggere

Porto Ferro e Gonnosfanadiga, due facce della stessa medaglia

Porto Ferro (foto Andrea Lupi, da 'Giù le mani da Porto Ferro').

Porto Ferro (foto Andrea Lupi, da ‘Giù le mani da Porto Ferro’).

C’è una relazione fra due punti di scontro (e confronto) che animano il dibattito in Sardegna in questi giorni in Sardegna:  la megacentrale solare termodinamica autorizzata a Gonnosfanadiga dal Ministro dell’Ambiente  italiano Galletti e la spiaggia di Porto Ferro  per la quale il Piano di Utilizzo dei Litorali (PUL) proposto dal Comune di Sassari prevede tre stabilimenti balneari. Continua a leggere

Beni culturali, paesaggio e quesiti referendari

A. Taramelli, “Nuraghe Santu Antine in Territorio di Torralba (Sassari)" , volume XXXVIII dei ‘Monumenti Antichi dei Lincei’, XXXVIII, 1939, coll. 9-70, fig. 1.

Umberto di Savoia sul Nuraghe Santu Antine*

Mi ha colpito la doppia intervista del ‘Giornale dell’Arte’ a due studiosi illustri come Salvatore Settis e Giuliano Volpe, il primo per il ‘NO’, il secondo per il ‘SI’, che hanno svolto un ruolo fondamentale per cultura e paesaggio,  su referendum e patrimonio culturale. Al di là della indicazione elettorale, trovo produttivo analizzare alcuni concetti che nel loro diverso sviluppo rivelano matrici, affinità e distanze.
Molto ruota, non a caso, attorno al tema della valorizzazione.
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Paesaggio incinerito *

Betilo mammellato nuragico di Tamuli (Foto Thomas Ashby 1907)

Betilo mammellato nuragico di Tamuli (Foto Thomas Ashby 1907)

Siamo in uno dei paesaggi più complessi, per storia e scenografia, della Sardegna. Tracciato da racconti e incisioni dall’Ottocento, seguito da diversi occhi europei, con quelli inglesi a privilegiare le focali del megalitismo.

Nei primi del Novecento il racconto fotografico dell’archeologo Thomas Ashby coglieva con la sua Watson&Sons la memoria del paesaggio e il carattere di Macomer e del Marghine, riproduceva in scatti brumosi un betilo mammellato nuragico dell’area di Tamuli: uno dei tanti luoghi che definisce, con l’attività di valorizzazione dei nuovi lavoratori cognitivi, i legami fra paesaggio, storia e lavoro. Continua a leggere